Quanto guadagna Alberto Angela? Il conduttore più suadente della popolazione italiana ha una paga incredibile. Scopriamola insieme.
Gli uomini lo ammirano, le donne lo amano, i giovani lo imitano: è lui, Alberto Angela. Figlio d’arte del più celebre divulgatore scientifico della televisione italiana, Alberto Angela è invece il più noto divulgatore d’arte. Un nome talmente televisizzato, talmente celebre da essere divenuto una leggenda mediatica. Tale padre, tale figlio; recita il detto. E sarebbe il caso d’aggiungervi; tale popolarità.
Ma che cosa fa, esattamente Alberto Angela? Egli è essenzialmente un divulgatore; cioè trasmette a chi non è esperto conoscenze sull’arte e la storia, tramite la televisione. Molti lo hanno definito ‘ ricercatore TV’, ma col mestiere di ricercatore universitario ha davvero poco a che fare. Infatti non scopre nulla di nuovo, ma si limita a divulgarlo al pubblico, a renderlo partecipe.
Pensiamo ai programmi per i quali lavora; da SuperQuark, a Passaggio a Nord Ovest, a Ulisse – Il piacere della scoperta Angela raramente trasmette qualcosa di nuovo, ma si limita a riproporre informazioni già note agli storici, specie dell’arte, ma in una chiave accattivante e adatta anche a un pubblico poco avvezzo, ignorante, insomma generalista nel senso più ampio del termine.
Anche i libri si collocano in questo filone; si va da ‘L’ultimo giorno di Roma‘, a ‘L’inferno su Roma‘ a ‘Nerone. La rinascita di Roma‘. Opere di cultura pop, rivolte alle masse; tematiche certo di grande fascino, ma battute ampiamente da qualsiasi storico che si ritenga tale. Chi non conosce l’incendio di Nerone? E’ un personaggio, come lo stesso Angela, tra i più adattati dalla tv e dal cinema.
Fermo restando che le cifre esatte sono coperte da privacy, sembra che Alberto Angela guadagni in media 400mila euro all’anno per il suo ruolo di presentatore RAI in prima serata. Questo senza calcolare gli introiti legati alle royalties dei suoi libri. Le opere di Angela, è noto, sono bestseller affermati, materiale le cui pile adornano ogni libreria d’Italia.
Siamo pertanto in un ambito assai lontano da quello universitario; chi è davvero un accademico, chi davvero fa ricerca e cultura in Italia arranca su borse di studio misere, tagliate di anno in anno dal Ministero della Cultura; si arrabatta con lavori occasionali, disprezzati falle masse dei laureati in materie scientifiche; partecipa a impossibili concorsi e gareggia per dottorati con uno, due posti per l’intera Italia.
Si tratta d’altronde di andare sul campo, di ‘sporcarsi le mani’ negli scavi archeologici, di tossire negli archivi; lavori autenticamente da storici lontani dal ruolo del bel conduttore che trasmette, dall’asettico studio, le ultime novità preparate all’uopo da uno stuolo di studiosi e giornalisti. Ricercatore sì, ma non della tv.