Silvia Toffanin in lacrime a Verissimo di fronte a un racconto commovente di una sua ospite in studio relativa a un passato difficile e una malattia che ha combattuto con tutta se stessa
Verissimo è uno dei programmi più amati di Canale 5. A testimoniarlo l’affetto del pubblico da casa in termini di ascolti tanto che negli ultimi anni lo storico format ha raddoppiato la sua messa in onda, che era riservata solo al sabato pomeriggio, accompagnando il prime time degli italiani anche la domenica. A conquistare intervistati e telespettatori anche la competenza e l’empatia della presentatrice Silvia Toffanin, in grado di mettere a proprio agio gli ospiti in studio.
Si alternano volti noti dell’azienda Mediaset, anche per promuovere prime serate o altri show della tv privata targata Silvio Berlusconi, a personaggi del mondo dello spettacolo che si mettono a nudo di fronte alle domande di Silvia, raccontando spesso dettagli privati.
A colpire è anche il coinvolgimento emotivo della Toffanin che più volte si è commossa di fronte agli episodi narrati dagli intervistati, intrisi di vissuto e di sofferenza, e che testimoniano anche la capacità di ascolto e di mettersi nei panni degli altri della conduttrice.
Emozionante è ciò che è successo durante l’intervista a una giovanissima attrice, originaria di Pozzuoli, che ha raggiunto il successo grazie al ruolo di Lila nella fiction Rai L’amica geniale, oltre alle partecipazioni nel cast di Mina Settembre e in Romulus.
L’attrice in questione è Ludovica Nasti, la cui vita è segnata non solo da successi professionali ma da un passato difficile a causa di una malattia che l’ha colpita quando aveva soli 5 anni, la leucemia. Una battaglia che ha combattuto sempre con tenacia e con positività, riuscendo a superarla.
Il suo racconto è toccante: “Ricordo il primo mese in ospedale, mia mamma è stata la mia colonna e quella della mia famiglia. Grazie a loro non ho mai avuto paura. Mia mamma mi ha fatto sempre vivere come ne La vita è bella di Benigni. Sui capelli avevamo un motto: che sarebbero ricresciuti più forti e più belli. Pensavamo alle trasfusioni di sangue come alla Coca Cola”.
Adesso guarda avanti e presto volerà negli Stati Uniti per perfezionare i suoi studi: “Devo solo attendere i 18 anni per sapere di averla sconfitta del tutto, allora non dovrò più sottoposti ai controlli. Mi hanno offerto una borsa di studio. Dopo la malattia ho capito che la vita è un dono prezioso e che non bisogna mai mollare”.