‘Soldi contati e fame da povero’: Tiberio Timperi, la toccante confessione del conduttore
Tiberio Timperi rivela di avere trascorso un periodo complicato della sua vita e lo fa senza mezzi termini, raccontando con parole commoventi di avercela fatta
Tiberio Timperi è stato per 40 anni un volto molto amato della televisione italiana, dimostrandosi un affabile e gentile presentatore e un professionista encomiabile. Il suo legame con l’azienda Rai è stato molto forte e ha consentito al conduttore di ottenere soddisfazioni lavorative non indifferenti. Negli ultimi anni però la sofferenza è entrata prepotentemente nella sua vita e ne ha condizionato in maniera netta ogni sua sfera.
Ha deciso di aprirsi senza remore e negli ultimi mesi ha rilasciato interviste presso testate giornalistiche nazionali, da Fan Page a Il Corriere della Sera, e ha preso parte a trasmissioni dove ha raccontato ciò che ha vissuto, da Bella Mà condotto da Pierluigi Diaco a Generazione Z sempre su Rai 2.
Quest’esperienza ha consentito a Tiberio di fare un sunto e un bilancio esistenziale e a trarre il buono che la vita ha concesso lui. La rinascita è testimoniata anche dal suo ritorno nelle sue veste più consone, insieme a Monica Setta, al timone di Uno Mattina.
Sui propri profili Instagram ha un modo di approcciarsi molto schietto e diretto, manifestando anche una sensibilità fuori dal comune, e in questo modo ha creato un bel rapporto con chi lo segue. Ne è testimonianza un recente post in cui mostra un reperto d’archivio.
Tiberio Timperi e l’unico contratto conservato, il racconto di una vita difficile
Tiberio Timperi ha mostrato ai fan il suo unico contratto lavorativo che tutt’ora ha conservato presso la sua casa romana, datato 40 anni fa: “Ho firmato tanti contratti ma questo è l’unico che conservo. Come fosse il primo cent di Paperone. 14 marzo 1983. Sembra ieri. Un Boxer blu per muoversi, Clarks d’ordinanza, soldi contati per la miscela e una pizza“.
Frasi intrise di consapevolezza e che fanno capire quanto la sua vita non sia stata facile: “Fame del povero e voglia di sognare hanno fatto il resto. Ho sprecato varie palle gol per immaturità e presunzione ma il passato me lo sono guadagnato“.
Ancora però non ha intenzione di smettere di fare il lavoro che ama, anche se potrebbe già andare in pensione: “Quarant’anni dopo sento che ancora non è finita. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me. La pensione (da oggi maturata) può attendere“.