“Andato giù per 50 metri”: Mauro Corona, l’incidente è agghiacciante
Mauro Corona ha confessato nuovi dettagli su un incidente che, qualche tempo fa, ha rischiato di condurlo a una prematura morte. Non si scherza con la montagna, come ha rivelato il noto alpinista.
Chi non conosce Mauro Corona? Se non per i suoi saggi sulla montagna, per i suoi romanzi; senza considerare le grandi imprese di alpinista e l’esperienza traumatica della distruzione della Diga del Vajont. Ma in ambito gossip Mauro Corona è conosciuto anche come grande opinionista in tv.
Eppure, straordinario che sia ancora possibile, Mauro Corona ha ancora molto da raccontare. Durante infatti un’intervista per Il Corriere della Sera si è nuovamente ‘messo a nudo’, evidenziando tutte le sue debolezze, tutti i suoi fantasmi, tutte le sue criticità. Corona si è difeso affermando che “Sembro un arrogante, forse un attaccabrighe presuntuoso, ma è solo il puntiglio a fare le cose migliori” perchè “da bambino mi hanno insegnato a fare da solo e ad essere bravo“.
E il rapporto con l’alcol? Come procede? Corona ha osservato che avrebbe voluto smettere con la bottiglia, ma considerando come abbia ormai 72 anni, non avrebbe avuto molto senso; meglio continuare a bere, “ma con moderazione“.
Non sono mancate le domande sull’infanzia e l’adolescenza; ad esempio il rapporto conflittuale coi genitori, continuamente litigiosi e dipendenti dall’alcol, che li portò un giorno alla morte. E naturalmente la fame patita da bambino, quando come lavoro pascolava le capre in alta montagna e spaccava la legna per il padre.
Il racconto dell’incidente: ad un soffio dalla morte ‘bianca’
Mauro Corona, incalzato dal giornalista, ha poi rivissuto il rapporto con i nonni, dal cui amore è nata la passione per la scultura del legno, tutt’oggi cifra caratterizzante l’eclettico scrittore, artista e sportivo. Fu il nonno che “mi mise in mano un coltellino. Cominciai allora a scolpire nasi, occhi e teste nel legno“.
La nonna invece regalava a Corona il carbone per la Befana; ma non perchè fosse stato cattivo, ma più prosaicamente perché non vi era letteralmente altro da donare. Un regalo all’epoca percepito come un’ingiustizia, una crudeltà verso i fratelli.
In tempi più recenti, Corona ha invece rischiato la morte: proprio “pochi mesi fa. Non ho messo il chiodo [nella roccia n.d.r.] e sono andato giù per cinquanta metri. Meno male che c’era mio figlio Matteo“. Insomma, mai abbassare l’attenzione.