La cantante Bianca Atzei fronteggia la sua sfida più grande, la sua maggiore paura. Di che cosa si tratta? E’ una questione medica e di famiglia, di lunga data. Scopriamo di cosa si tratta.
Perdere un figlio: esiste forse dolore più grande? Difficile pensarlo, considerando come si tratti di una vita spezzata, soffocata sul nascere. Letteralmente nel caso di un aborto involontario, quando il feto è prossimo alla nascita. Un dramma per i (futuri) genitori, ma specie per la madre.
È quanto successo a Bianca Atzei che fortissimamente desiderava un figlio e lo ha poi perso; un dramma tanto medico quanto umano. La cantante lo ha più volte raccontato, ad esempio per Verissimo; non nascondendo l’immenso dolore generato dalla perdita.
Ora l’Aztei è nuovamente incinta e, com’è comprensibile, le aspettative e l’ansia sono alle stelle. Il fantasma del recente passato la tormenta, la insegue col suo carico di dolori.
Eppure la cantante cerca di non pensarci, di non ossessionarsi all’idea che si ripeta nuovamente l’incidente: “Non mi piace l’idea di soffrire e so che non voglio farlo – ha spiegato con un lungo monologo – ma invece di chiamare la ginecologa ogni ora, cerco di abbandonarmi all’idea che sarà quello che sarà“.
La Bianca, sopra ogni cosa, cerca di accontentarsi di quello che ha “perché ho la fortuna di partorire un figlio che ho sempre desiderato e questo purtroppo per molte donne non è possibile, sono grata perché arriva dopo tre anni di tentativi, esami, punture, prelievi, dopo un figlio perduto“. Un calvario, pertanto; un percorso scelto volontariamente, ma non meno pesante.
Le parole di Bianca provengono invece dal cuore, ricche di coraggio: “Così, quando quelle paure mi fanno visita nel cuore della notte, io faccio un respiro profondo e provo a lasciarle scivolare via, ad avere fiducia“. La Atzei cerca ottimismo, pertanto; pur guardando a tutti i possibili problemi che potrebbero presentarsi.
Infatti manca ormai poco, niente più che qualche giorno: “Perché so che, tra pochi giorni, quando lui sarà finalmente qui con noi, lo accoglieremo allo stesso modo in cui abbiamo iniziato a cercarlo tre anni fa: con amore“. Parole degne d’una madre nel senso più alto del termine.