Fabrizio Moro si è raccontato in una recente intervista parlando del suo passato, delle difficoltà economiche prima del successo e della carriera da cantautore
Fabrizio Moro è uno dei cantautori più amati degli ultimi anni. Una penna profonda e sincera in grado di emozionare con ballate toccanti e riflessive e di far ballare con pezzi energici che puntano il dito contro il potere e i suoi meccanismi. Dopo una prima parte della carriera dai tratti più impegnati, con brani sociali, negli ultimi anni ha smorzato il tratto ribelle della sua scrittura a favore di un maggiore disincanto e romanticismo. Il suo ultimo pezzo Senza di te anticipa il nuovo disco in uscita in primavera e i due concerti evento nei palazzetti di Roma e Milano prima di Natale.
Proprio nel videoclip della sua ultima canzone, Fabrizio Moro ha voluto celebrare il suo passato lavorativo, quando lavorava sognando di fare l’artista. Troviamo infatti degli operai che utilizzano i loro strumenti di lavoro quotidiani come le pale e i martelli e le trasformano in strumenti musicali e microfoni. Un omaggio che ha colpito i fan al punto che il video ha quasi raggiunto un milione di visualizzazioni nel giro di una settimana.
In una recente intervista rilasciata al Corriere della sera ha raccontato dei suoi molti cambi di casa: “Vivevo nelle case popolari di San Basilio, in un appartamento che era un loculo, di 25 metri quadrati. Per me è un punto di forza. Bisogna smettere di pensare che siano luoghi disastrati in cui crescere“.
Continua così nel racconto il cantautore: “Le difficoltà economiche c’erano. Ma ho sempre dato poca importanza ai soldi anche quando non ne avevo. Per ’sta storia delle case sono finito in analisi. Ne ho cambiate quattro in sei anni. Vorrei restare ma ci sono cose che mi mandano in paranoia. A Formello ho scoperto che sopra il mio tetto volavano gli aerei per Fiumicino. Un’altra volta avevo un vicino strano che rompeva quando suonavo“.
Spazio poi ad alcuni pareri su colleghi ed amici, a partire da Renato Zero che lo ha invitato in uno dei suoi concerti evento al Circo Massimo che ha tenuto lo scorso settembre: “Mi piace Renato. Ma quando abbiamo fatto le prove era pignolo, fermava l’orchestra ogni tre secondi. Ho imparato più in quelle due ore di prove che in dieci anni di concerti“.
Fabri ha contribuito al successo del suo caro amico Ultimo, con un duetto e tante possibilità che li ha concesso, tra cui aprire il suo tour nei palasport: “Era meglio se stavo fermo, è diventato famoso come Michael Jackson. Gli dico: ti invidio, in me hai un fratello maggiore che io non ho mai avuto“.
Infine un accenno a Ligabue con cui ha collaborato per la regia di un suo videoclip presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2021: “Lo stimo, è uno tosto, ma incute un po’ di timore“.