GF Vip, concorrente inneggia al fascismo: adesso si mette malissimo | La situazione è grave
Piccola grande gaffe di Micol Incorvaia, sorpresa a cantare una canzonetta alquanto controversa nella storia italiana. Scatta il rischio di squalifica al GFVip, ma c’è chi pretende pene molto più gravi. Scopriamo insieme cos’è successo.
“Se tu dall’altipiano guardi il mare, moretta che sei schiava fra gli schiavi…” Chi non conosce il testo della famigerata canzone d’età fascista “Faccetta nera”? Emblema del dominio coloniale italiano, inno non ufficiale del razzismo italiano, ma odiatissima da Mussolini che le contrappose “Faccetta bianca”, la canzone di Renato Micheli è associata oggigiorno al periodo fascista e all’imperialismo italiano in Africa. Chi la canta nella vulgata comune è un neofascista dei movimenti di estrema destra come Casapound; o è un provocatore in vena di polemica.
Eppure la canzone è risuonata, negli ultimi giorni, in un luogo insospettabile, per altro esposto allo sguardo di milioni di telespettatori italiani. Stiamo parlando del Grande Fratello Vip, la “casa più spiata d’Italia”, trasmesso sul banalissimo Canale 5.
Ebbene qualcuno degli ospiti ha pensato bene di canticchiare il motivetto tanto odiato, tanto deprecato. Nostalgia o ricerca di pubblicità gratuita? Difficile giudicare.
L’incriminata è infatti Micol Incorvaia e le prove circolano da tempo su Twitter, nella forma di molteplici video. La giovane donna, mentre stava preparando il trucco in bagno, è stata spiata mentre canticchiava “Faccetta Nera” tra sé e sé. Un’associazione del tutto casuale? Se sì, è certamente una scelta bizzarra.
Chiediamo la squalifica per Micol Incorvaia che canta Faccetta Nera, un Inno al Fascismo, la piú brutta Pagina della storia Italiana. Un bruttissimo messaggio per milioni di Telespettatori. Ricordiamo che in Italia
l´apologia di Fascismo é REATO #donnalisi #gfvip #nikiters pic.twitter.com/jS02U1dMw9— MEMI (@memi_melasucate) November 10, 2022
Quali conseguenze per Micol Incorvaia? Le ripercussioni legali (e non solo)
Inneggiare infatti al fascismo rimane un reato con pene severe; ancor più se l’apologia avviene a mezzo stampa. E questo paradossalmente sembra essere il caso di Incorvaia, essendo in una trasmissione televisiva e dunque all’interno di un mezzo d’informazione, per altro con un notevole seguito.
Però vi sono stati anche altri precedenti casi in passato. Ricordiamo Fausto Leali che propose gli usuali stereotipi sul fascismo, stavolta apprezzandone il “dono” delle pensioni; e successivamente, in altre puntate, utilizzando la parola “Neg*o” nei confronti del collega Enock Barwuah. Un comportamento che, dopo una tempesta mediatica notevole, comportò la sua squalifica dalla competizione.
“Ha fatto delle cose per l’umanità, le pensioni. È andato poi con Hitler. Nella storia, Hitler era un fan di Mussolini”, disse. “La cultura è cultura, sia che arrivi da destra che da sinistra” furono le parole fatali per Fausto Leali. Avverrà lo stesso anche per la “Faccetta Nera” di Incorvaia?